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Direttiva UE sul Salario Minimo continentale

E’ certamente un battaglia di valori e di diritto europei, che riguarda appieno la storia dell’integrazione europea, quella in corso al Parlamento Europeo per redigere e approvare la Direttiva UE sul “salario minimo”. Una norma che renderà più omogeneo il mercato interno del lavoro, sebbene le differenze fra salari e potere d’acquisto dei diversi paesi membri ci sono e sono anche notevoli. Seguiremo gli eventi per vedere come andrà a finire…

Parte il “Global Gateway”, la porta europea verso il pianeta

Con un finanziamento di 300 miliardi di Euro (una cifra mai stanziata prima nella storia dell’integrazione europea!), l’UE lancia la sua strategia globale per migliorare i collegamenti nei settori digitale, energia, trasporti, salute, educazione e ricerca con i sistemi globali interconnessi.

Per contrastare il “cambiamento climatico” e affrontare meglio le sfide globali del futuro è necessario impegnare le risorse fino al 2027, quando terminerà il Programma economico elaborato dall’attuale Commissione. L’obiettivo è quello di rafforzare le interconnessioni col pianeta mediante lo sviluppo di infrastrutture e agevolazioni ambientali agli investitori privati.

La svolta dell’UE sui microchips: ok agli aiuti di stato!

La Commissione UE sta valutando di introdurre una deroga alla regola sugli “aiuti di stato” per il settore dei microchips, per garantire la sicurezza e lo sviluppo del mercato interno e degli Europei.

Questa è l’ultima proposta della commissaria competente in materia di concorrenza per governare la situazione eccezionale che riguarda i semiconduttori, limitando la dipendenza dall’approvvigionamento da un numero limitato di imprese in un contesto geopolitico difficile che vede l’Europa isolata e indietro rispetto ai grandi player globali.

Certamente, la richiesta avanzata solleverà dubbi degli stati aderenti alla Cee e delle imprese del settore, soprattutto quelle extra-europee che al momento sono leader nei mercati globali per prodotti che sono e saranno sempre più importanti per il futuro economico, sociale e politico dell’umanità.

 

La Difesa Comune Europea è un progetto in itinere

L’Unione Europea prova a creare il proprio esercito comune: il progetto dell’Alto Rappresentate per la Sicurezza e la Difesa verrà discusso nei prossimi giorni dal Consiglio Europeo e probabilmente diventerà realtà. Anche se i dubbi che possa realizzarsi sono molti, come racconta questo servizio.

La costruzione di una difesa comune è uno degli argomenti più importanti della storia dell’integrazione europea, per i legami con gli Stati Uniti e la NATO e per la centralità che ha nella formazione di un’entità politica indipendente sin dalla sua origine (come descrivo in questo articolo).

Il nucleare per l’integrazione europea: una storia che si ripete

Nel corso della storia dell’integrazione europea, l’energia nucleare è tornata spesso a decidere i destini degli stati nazionali e della stessa CEE, sin dall’atto fondativo dei Trattati di Roma del 1957.

Oggi sono in corso programmi di nuovi impianti di reazione nucleare sul territorio continentale, dove sono già presenti diverse centrali a uso civile e sedi dell’UE dedicate specificamente al settore, come la sede ISPRA italiana. Un’evoluzione della politica “Green Deal” dell’attuale Commissione, che punta anche sull’idrogeno.

Il “transatlantismo” riparte dall’acciaio e dall’alluminio

A latere del recente G20 di Roma, il Commissario UE, U.Von der leyen, e il Presidente degli Stati Uniti d’America si stono accordati per una revisione dei dazi imposti reciprocamente sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Usa e su quelle di prodotti commerciali di qualità provenienti da oltre Atlantico.

In questo modo si cerca di riavviare il dialogo con la potenza economica e militare di Washington, appannatosi dopo l’amministrazione Trump e i recenti trattati militari del AUKUS che hanno tagliato fuori l’Europa dallo scenario asiatico e globale della politica internazionale, rilanciando la tradizionale alleanza transatlantica che è alla base della nascita dell’UE (leggi articolo) e parte della storia dell’integrazione europea.

Gli stati della ex-Jugoslavia e l’Albania nell’UE? I fondi ci sono

La storia dell’integrazione europea vira sui Balcani: il Presidente della Commissione UE, U.Von der Leyen, ha infatti annunciato lo stanziamento straordinario e senza precedenti di enormi risorse (circa 9 miliardi di euro) per aiutare i paesi della ex-Jugoslavia e di Albania ad entrare nella Comunità Europea. Fondi che serviranno a sostenere gli investimenti per la crescita, secondo una logica analoga a quella della politica di coesione, che mira ad eliminare le differenze esistenti tra le regioni degli Stati membri UE e i paesi candidati ad entrarvi: Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Serbia Macedonia del nord e Kosovo.

Europol in prima linea nell’allargamento ai Balcani

Nell’ottica del completamento del processo di allargamento dell’UE agli Europei, che vede in agenda gli stati balcanici, è rilevante l’impegno di EUROPOL che annuncia un video per informare sui rischi di criminalità diffusa in particolare riguardo soprattutto ai cyber-reati connessi agli abusi sessuali e alla tratta delle prostitute.

A Pittsburgh si decide il futuro dell’Europa!

Il futuro della storia dell’integrazione europea dipenderà dall’esito degli incontri avvenuti nei giorni scorsi a Pittsburgh, fra esponenti tecnocrati di UE e USA in merito a delicate questioni sulle tecnologie digitali e le risorse energetiche che disegneranno il futuro della governance europea.

La notizia è che l’incontro sia avvenuto, dopo i recenti fatti del AUKUS, del ritiro della Nato dall’Afghanistan e delle polemiche transatlantiche sull’avviamento del nuovo gasdotto russo Strem2.

L’UE è la politica internazionale: nuovi scenari si aprono!

Nella settimana appena trascorsa sono avvenuti diversi fatti politici di enorme rilevanza per l’Europa, sebbene collocati in scenari geopolitici molto lontani dal nostro continente: questo articolo plurimo di Limes ci illustra in modo sintetico ma efficace il nocciolo delle varie questioni sul tavolo.

Certamente, gli stimoli per l’UE e gli stati membri ad elaborare una nuova strategia di politica estera e di difesa, seguendo prospettive alquanto discostanti dal recente passato (leggi articolo), sono forti e non possono essere ignorati.