LE GENEALOGIE REGALI TEDESCHE NELLA STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

dinastie tedesche

La storia dell’integrazione europea è connessa alle dinastie tedesche che da metà del IX secolo divennero feudali nella regione che i Romani chiamavano Germania Magna, oltre il Limes settentrionale dell’Impero romano posto sul fiume Reno. Dopo la conquista di Carlo Magno, quell’area appartenne al Regna Germanorum istituito dal Trattato di Verdun dell’843, immersa nell’ordine universale dell’Impero cristiano creato dai Carolingi e poi divenuto Reich con Ottone I: da quel momento, le dinastie marchionali tedesche furono vincolate alle tradizionali auctoritas cristiane per tutto il Medioevo divenendo protagoniste dell’Europa Unita in età moderna, inserite nel consesso delle principali genealogie europee.

La casata su cui si hanno le notizie più remote è quella dei Welfen, che secondo alcune versioni discendeva da Odoacre Re degli Eruli che nel 476 aveva posto fine all’Impero romano. In ogni caso, la genealogia dei Conti di Altdorf iniziò da tale Warin nel VI secolo e continuò con Guelfo (da cui il nome alla dinastia), le cui figlie andarono spose all’Imperatore Ludovico I “detto il pio” dei Carolingi e a suo nipote, il Rex Germanorum Ludovico II, mentre il primogenito Corrado venne elevato a Conte di Parigi e sposò la vedova di Roberto “detto il grande” capostipite dei Robertingi. Dall’unione discesero due rami: quello cadetto dei Conti di Borgogna (dall’864), divenuti sovrani quando Rodolfo I si fece eleggere dai Grandi Feudatari di Francia a Re di Borgogna Transgiurana (888), che il figlio unificò alla Provenza nel Regno di Arles (l’antico Regna Burgundorum) dal 933 in virtù di un accordo coi Bosonidi, casata con cui intrattennero diverse relazioni matrimoniali.

Tutto finì quando la linea si estinse e il regno venne annesso al Reich (1032), quando Adelaide salì al soglio imperiale in moglie a Lotario II Re d’Italia e poi ad Ottone I dei Liudolfingi. A quel punto il ramo principale tornò in auge, ma si estinse anch’esso quando l’ultima della stirpe sposò Alberto Azzo II dei Obertenghi dando vita alla casata dei Guelfi-Brunswick. Il loro figlio venne quindi infeudato del Ducato di Baviera (1070) e sposò una donna di Fiandre, che in via femminile rappresentava l’ultima linea di sangue dell’antica casa dei Welfen… Il loro figlio si unì a Matilde di Canossa Regina d’Italia, mentre il secondogenito Enrico IX “detto il nero” sposava l’ultima dei Billung, dinastia originatasi dai Carolingi e antichi Margravi dell’Elba e Duchi di Sassonia: iniziò così una delle dinastie tedesche più importanti di tutta la storia dell’integrazione europea.

Dalla loro unione nacquero la madre dell’Imperatore Federico II dei Hohenstaufen ed Enrico XII “detto il leone”, che venne elevato anche a Duca di Sassonia e Marchese di Toscana, ma si rivelò acerrimo rivale del sovrano svevo: infatti, per lo spudorato tradimento schierandosi nella parte guelfa durante la guerra con la Chiesa di Roma, venne destituito di tutti i feudi ed esiliato nel 1180. Dal suo matrimonio con una donna dei Plantageneti nacque Ottone IV, che fu elevato a Rex Romanorum da Papa Innocenzo III (in virtù della discendenza in via femminile da Lotario III di Supplinburg), pur di non lasciare il titolo a Federico II dei Hohestaufen: ma la sconfitta nella Battaglia delle Nazioni contro Filippo II “detto l’augusto” Re di Francia provocò la sua decadenza ed il passaggio dello scettro imperale al legittimo erede svevo. I Guelfi dovettero così accontentarsi del piccolo Ducato di Brunswick e di legami matrimoniali con altre dinastie ducali e marchionali del Reich, un’alleanza che si rivelò decisiva per la storia dell’Europa Unita.

Nuovamente schierata contro l’Imperatore Carlo V e a favore della Protesta, rimase in sordina ancora per lungo tempo, finché con Ernesto Augusto ottenne l’Elettorato imperiale (1692) e con Giorgio I, il Regno Unito (1714), in quanto era primo discendente di fede protestante nella linea di successione alla Regina Anna Stuart, fu capostipite della Casa reale dei Hanover. Dinastia che nel 1937 ottenne anche il titolo di Re di Hannover (gran parte dell’antica Sassonia), tenuto fino al 1866 quando vennero sconfitti ed annessi alla Prussia. Il ramo principale si estinse a metà del XIX secolo, non prima di aver avuto ancora l’onore di vedere un membro divenire Zar della Russia (figlio di Elisabetta I “detta la grande”), mentre la casa reale inglese che portò la Gran Bretagna a essere il più vasto impero della Storia, dopo aver sconfitto Napoleone I, guidò il Congresso di Vienna del 1815 e il successivo secolo d’oro d’Europa, per finire con la Regina Vittoria nel 1901 che passò il trono agli attuali reggenti dei Windsor.

Una fra le dinastie tedesche più antiche fu quella dei Wittelsbach, che ebbero l’onore di salire sul trono imperiale più volte, rappresentando una delle più importanti stirpi dell’integrazione europea. Discendenti da Luitpoldo, Margravio di Ostmark alla fine del IX secolo, nonché Duca di Carinzia e di Baviera, ebbero una crisi col figlio Arnolfo I ribellatosi all’Imperatore Ottone I che lo destituì dal feudo bavarese, per portarlo alla famiglia dei Liudolfi: da suo figlio Luitpoldo nasceva però la dinastia dei Babenberg, infeudati dell’Ostmark (Ducato d’Austria) fino alle metà del XIII secolo, mentre dal nipote Enrico si formò la casata dei Conti di Schweinfurt, che per lungo tempo governarono il Ducato di Franconia. Dai quali, più avanti, si diramò la Casa dei Wittelsbach con Ottone I Conte di Scheyern e Conte Palatino di Baviera (capitale era l’antica Ratisbona, divenuta un Arcivescovado rivelatosi fondamentale per l’evangelizzazione dell’Est Europa e della Germania ad opera di San Bonifacio).

Questo ramo della dinastia ritornò in auge nel 1180 con l’infeudamento da Ottone I “detto il grande” nel Ducato di Baviera, in sostituzione dei Guelfi destituiti: da quel momento la grande e ricca area bavarese (con capitale a Monaco) rimase di proprietà dei Wittelsbach fino al 1918, più volte frazionata fra i numerosi rami di famiglia e poi riunita, infine trasformata in regno da Napoleone I (1806), tradizionalmente schierata nel “fronte cattolico” e sempre fedele alle varie case imperiali (Hohenstaufen, Luxembourg, Asburgo). Al punto da ottenere anche il Palatinato del Reno nel 1214 per volontà dell’Imperatore Federico II, divenendo Elettori del Sacer Romanum Imperium con la riforma di Carlo IV del 1356 e addirittura Imperatori del Reich nel 1328 con Ludovico “detto il bavaro”, contrario all’egemonia papalina sulla Ecclesia Christiana e dei “guelfi”. Il quale aggiunse ai suoi possedimenti anche il Margraviato del Brandeburgo e le Contee di Olanda-Zelanda e di Frisia, ereditate per via matrimoniale.

La casata si divise, a quel punto, in due tronconi (e con un trattato si riconobbero reciproci eredi in caso di estinzione): quella del Palatinato, da cui discendeva anche il ramo di Zweinbrucken-Kleeburg assurto al trono di Svezia dal 1654 al 1720 (nell’epoca d’oro dello stato nordico!), che salì nuovamente al seggio imperiale con Roberto I (1400-1410) e fu protagonista della storia europea fino all’estinzione del feudo per volontà di Napoleone I, mantenendo il Ducato e poi il Regno di Baviera fino all’estinzione del ramo secondario (1799); ramo che aveva aggiunto i feudi del Tirolo e la Contea di Hainaut (in via matrimoniale col ramo di Straubing, da metà XIV secolo), per raggiungere l’Elettorato nel 1623 ed il trono imperiale per la terza volta con Carlo VII “detto l’usurpatore” (che approfittò della crisi di successione degli Asburgo), in qualità di Re di Boemia pro-tempore, fino all’estinzione della linea avvenuta coi suoi figli.

Altra fra le più antiche dinastie tedesche fu quella dei Askanidi, sempre fedeli agli imperatori del Reich, che in premio assegnarono loro il Ducato di Sassonia nel 1180 dopo la destituzione dei Guelfi-Brunswick, assieme al Margraviato del Brandeburgo già tenuto dal 1134 da Alberto I “detto l’orso” in eredità materna dall’ultima dei Billung. Famiglia di comites originari della Bassa Sassonia, ebbero l’incarico di “esportare” la cristianizzazione nell’Europa Orientale, ai popoli slavi e balti, anche attraverso le unioni matrimoniali: da una di queste nacque il ramo Anhalt, elevati a Prìncipi raggiunsero il prestigio nella politica internazionale alla fine del XVIII secolo con Caterina II Zarina di Russia, del ramo di Zerbst. Invece la linea cadetta si divise la Sassonia fra i rami dei Wittemberg (Elettore dal 1356), estintasi alla metà XV secolo, e dei Lauenberg, durata fino al 1705 quando cedette tutti i feudi ai Principi di Hannover (vedi Guelfi-Brunswick). La linea principale dei Margravi del Brandeburgo si era estinta nel 1320 lasciando il feudo ai Wittelsbach.

Nell’area orientale del Reich emersero altre due importantissime dinastie feudali: i Wettin e gli Hohenzollern, entrambe originarie della Svevia. Il capostipite dei primi era il Comites nel Meissen agli inizi del X secolo e combatté i Magiari, perdendo la vita in battaglia. Dopodiché i suoi discendenti ottennero dagli imperatori Salici il titolo di Margravi (1002), cui aggiunsero per eredità matrimoniale il Langraviato di Turingia, all’estinzione della dinastia dei Ludovingi (1242). Dall’unione di Alberto II “detto il degenerato” con una nipote dell’Imperatore Federico II e della moglie Isabella dei Plantageneti si avviò la dinastia che nel 1423 salì all’onore dell’Elettorato del Reich, dopo esser infeudato il Ducato di Sassonia-Wittemberg con Federico I “detto il bellicoso” come premio per aver condotto la crociata contro gli Hussiti per l’Imperatore Sigismondo dei Luxembourg.

Alla morte di costui, l’impero passò definitivamente alla Casa d’Asburgo, cui i Wettin si legarono nel blocco cattolico, soprattutto quando la ribellione di Giovanni Federico a favore della Protesta (fu fra i fautori della Lega di Smalcalda contro Carlo V) indusse l’Imperatore a destituire il ramo “ernestino” da tutti i feudi per passarli al ramo “albertino”, col Duca Maurizio (che era stato educato e cresciuto alla corte di Toledo). Da quel momento il prestigio della Casa dei Wettin crebbe fino alla elezione alla Corona della Polonia-Lituania nel 1697 con Federico Augusto I e poi suo figlio (durante la Guerra di Successione), dal quale discesero i futuri Re di Sassonia (1806) fino all’estinzione del regno alla fine della Prima Guerra Mondiale (1919).

La linea decaduta tornò in auge grazie al ramo dei Coburgo, che nel corso del tempo si divise in numerosi tronconi (Eisenach, Alternuburg, Weimar), per poi ritrovarsi nella casata dei Gotha: dai cadetti di Saalfeld discesero infine i sovrani del Belgio, del Regno Unito (fino alla Regina Elisabetta II), del Portogallo (estintasi nel 1932) e del Regno di Bulgaria (dal 1887 fino alla proclamazione della repubblica socialista).

Gli Hohenzollern, invece, provenivano dall’omonima cittadina sveva, dal sito ancora oggi si erge il magnifico castello medievale di famiglia, eretto dal capostipite Bernardo I a metà dell’XI secolo, quale sede dei Conti di Zollern. Dal 1204 la casata si divise in due rami che proseguirono paralleli fino alla fine del XVIII secolo: quello di Simaringen, rimasto fedele agli Imperatori del Reich e alla fede cattolica, ricevette il titolo di Principi del S.R.I. e nel 1914 salì al trono di Romania (tenuto fino alla proclamazione della repubblica, al termine della Seconda Guerra Mondiale); quello cadetto di Franconia, che con Federico I fu elevato a Margravio del Brandeburgo e all’Elettorato del S.R.I. dall’Imperatore Sigismondo per i servigi resi, mantenuto fino alla trasformazione in Regno di Prussia nel 1701. Questo feudo fu creato da Alberto III (capo del ramo di Franconia) Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici nel 1525, che approfittò della Protesta per secolarizzare tutte le proprietà dell’ordine e della Chiesa di Roma ed annetterli al ducato. Infine, fu riunito alla linea principale del Brandeburgo come eredità matrimoniale da Gioacchino Federico nel 1608.

Da quel momento lo stato prussiano si rafforzò sempre più divenendo leader fra le dinastie tedesche e gran protagonista della politica internazionale, in particolare con Federico II “detto il grande”: stratega e politico senza eguali, fu abile nel liberare la Prussia dalla egemonia degli Asburgo grazie all’efficienza dell’esercito e del sistema burocratico statale. Partecipando alle Coalizioni anti-napoleoniche, gli Hohenzollern lanciarono la sfida all’ordine dell’ancien regime del Congresso di Vienna, dapprima attaccando e annettendo il Regno di Hannover (vedi sopra), e contemporaneamente sconfissero duramente l’esercito austriaco a Sadowa (1866), ponendo fine alla Confederazione del Reno napoleonica e sottomettendo l’intera Germania alla Prussia.

Dopodiché giunse la vittoria contro la Francia di Napoleone III a Sedan (1871), con la conseguente fine dell’impero del Bonaparte e il ritorno alla Repubblica (III), che aprì la strada verso il II Reich con l’elezione di Guglielmo I a nuovo Kaiser. Si ripeteva così l’evento che nel 911 aveva di fatto reso indipendente la Germania Magna dall’Impero carolingio con l’elezione di Corrado I Duca di Franconia a primo Rex Germanorum.

Iniziò così l’era della Weltpolitik tedesca mirata a riportare la potenza militare della Germania al centro dell’Europa, sotto la guida del Cancelliere O. von Bismarck che disegnò il nuovo ordine politico continentale al Congresso di Berlino del 1884: dove fu chiaro che la nazione tedesca voleva tornare al suo “spazio vitale” orientale, considerato di propria influenza sin dai tempi della politica “drang nach oster” dell’Impero cristiano, in diretta opposizione alle mire espansionistiche della Russia e alle pretese egemoniche della Francia. Questo fu il motivo che portò gli Hohenzollern a provocare la Prima Guerra Mondiale, alleandosi all’Impero Austro-Ungarico, che determinò l’estinzione di entrambi gli imperi e la nascita di numerosi nuovi stati nazionali europei e in seguito dell’Unione Europea. Con la fine del conflitto si ebbe anche la destituzione della Casa di Hohenzollern, tuttora esistente.

Tra le dinastie tedesche di rango regale vanno ricordate anche la Casa di Nassau, regnante nei Paesi Bassi dal 1581, quando Guglielmo I “detto il taciturno” assunse l’incarico di Staatholder della Repubblica delle Sette Province Unite (costituita dalle Contee di Olanda e di Zelanda, dai Ducati di Frisia e di Gheldria, dalla Overijssel Mark e dalle libere città di Utrecht e di Groninga), nata dalla guerra d’indipendenza dai Paesi Bassi Spagnoli che raccoglievano tutti i feudi dell’antica Lotaringia. La dinastia era originaria della cittadina tedesca di Nassau, di cui erano comites nell’XI secolo e poi elevati a duchi e principi, finché non avvenne la fusione con la casata principesca d’Orange, un ramo cadetto dei De Baux/Del Balzo della Provenza. Dal ramo collaterale dei Weilburg ebbe origine la dinastia che resse il Principato del Lussemburgo dal 1867 fino al 2000 (quando il titolo passò a un ramo cadetto dei Borbone).

Infine, i Württemberg-Urach sono stati signori della Contea di Württemberg istituita nel 1137 in una parte dell’antico Ducato di Svevia, che nel 1268 scomparve annesso al nuovo feudo divenuto nel corso dei secoli un ducato e, infine, un regno nel 1803 per volontà di Napoleone I, estinto nel 1918 insieme all’omonima dinastia al termine della Prima Guerra Mondiale. Si considera appartenente alle dinastie tedesca anche quella che regge il Principato del Liechenstein sin dal 1608 e sempre tenuto dall’omonima dinastia tuttora vivente.

 

Consiglio questo saggio che racconta le vite e i personaggi della dinastia dei Hohenzollern.

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