LA CULTURA EUROPEA

cultura europea

La Cultura europea tradizionale è certamente uno dei prodotti del pensiero nella storia dell’integrazione europea, sin dai tempi degli antichi Greci e Romani che organizzarono la società civile intorno alle Aeternitas più importanti, dando vita ad un modello che attraversò tutto il Medioevo e giunse fino all’età moderna grazie all’azione dell’Impero Cristiano, che fu l’erede principale della radicata tradizionale culturale greco-romana.

Nella sua forma poliedrica, la cultura europea è il risultato del processo d’integrazione europea di diverse matrici: quella “madre” della civiltà indoeuropea, quella filosofica ellenistica-orientale e quella materiale mediterranea. Dalla millenaria fusione di concetti, idee, principi, usanze e pratiche, sono emerse le differenti “anime dell’Europa” (cui ho dedicato l’ultima “pillola di storia”),  che ancora oggi fanno riferimento diretto alle radici perdute.

Millenni di vita sociale ed economica hanno delineato alcune caratteristiche di base della cultura europea: i ruoli di società connessi alle tre caste tradizionali; un diffuso senso di ruralità nella vita comune; la religiosità quale elemento di connessione spirituale di base; uno spiccato spirito per l’avventura ed il sogno (si pensi agli eroi dell’antichità, ai Rus’, alle Crociate, alla marineria e ai grandi scopritori, alle fiabe che ne condensano e ripropongono il motivo).

Sin dall’età antica, la società europea era strutturata secondo un modello gerarchico di natura religiosa che vedeva differenziarsi in caste funzionali: i bellantes, che includevano re e guerrieri; gli oratores, ossia tutta la sfera religiosa; i laboratores, massa dei contadini, degli artigiani, dei mercanti e delle altre “categorie produttive”; ultimi, servi e schiavi. La nascita, pertanto, determinava la casta di appartenenza originaria della persona, ma non quella di arrivo, garantendo un livello di “mobilità sociale” che si rivelò utile a superare le numerose crisi sistemiche della storia dell’integrazione europea.

Con San Benedetto il ruolo dei religiosi si articolò, in virtù del motto “ora et labora” (che verrà ribadito dai cistercensi di San Bernardo), rendendo più fluida la gerarchia feudale-religiosa medievale. Nel tempo si aggiunse la possibilità per i servi di entrare nella classe dei cavalieri e per questi di accedere alle cariche politico-amministrative che il feudum conferiva.

La base religiosa della cultura europea tradizionale si evince, ad esempio, dalla codificazione della vita economica e sociale secondo i tempi religiosi scanditi dalle preghiere quotidiane e dal rintocco delle campane (la sveglia all’alba, la “sesta” al pranzo, il “vespro” al tramonto per il rientro a casa per cena). Il connubio “lavoro-preghiera” fu artefice anche delle festività nei campi o nei paesi, alle ricorrenze del calendario religioso (Corpus Domini, Pasqua, Natale, patroni), che si sommarono alle consuetudini con origini precedenti al Cristianesimo e provenienti dalle culture mediterranee o pagane, quali il Carnevale, le feste dei cicli della natura o dei prodotti dei campi (che si ripetono ancora oggi in tutta Europa), oppure le celebrazioni sportive, dalle Olimpiadi alle corse dei carri, dalle lotte negli anfiteatri ai tornei dei cavalieri.

Ma la vastità della cultura europea tradizionale emerge anche nell’antica attività della navigazione e degli scambi, che permisero di mettere in contatto quei popoli europei che nell’arco di due millenni si erano insediati sul continente, dando vita ovunque a Communitas più o meno omogenee, guidate da leader a cui i membri riconoscevano l’auctoritas, secondo regole e un’organizzazione codificata di autonomia. Comunità che nel corso della storia dell’integrazione europea svilupparono gli idiomi locali e le lingue comuni nazionali, che sono uno degli elementi di ricchezza della cultura europea ancora oggi.

E si affiancano a quella “cultura alta” (Studia), insegnata dai tempi più antichi nelle scuole e università pubbliche, nonché alle “sette arti” antiche e moderne, ciascuna associata ad una musa, quali: la pittura, il disegno, la grafica, i fumetti; la scultura, l’arte orafa e tessile e degli arazzi, l’artigianato di qualità; l’architettura; la letteratura e la poesia; la musica; la danza; il teatro. In tempi moderni si sono affermate anche la fotografia, il cinema, la multimedialità e la digitalizzazione, ma temo siano discipline che provengono da civiltà extra-europee predominanti.

Volendo, quindi, individuare il Patrimonio culturale e artistico europeo non possiamo non tener conto dell’eredità del Cristianesimo, della preminenza della Natura, della Tradizione antichissima di usi e costumi, dell’Ingegno proprio degli Europei. Per averne prove concrete, vi invito a visitare gli innumerevoli musei, pinacoteche, palazzi, castelli, chiese, opere architettoniche, presenti praticamente a ogni latitudine del continente, in rappresentanza della millenaria opera di manifattura dei maestri e dei geni europei.

Possiamo perciò individuare la capitale europea della cultura? Certamente! Roma, Firenze, Parigi, Madrid, Londra, Berlino, Vienna, San Pietroburgo o Atene sono degne di tale titolo. Ma non bisogna tralasciare tutti i siti archeologici, storici, civici e di rilevanza culturale sparsi in tutta Europa che testimoniano di una vasta cultura europea tradizionale antichissima e piacevole, ammirata anche dagli extra-europei (ogni anno giungono a decine di milioni per visitarli). Un ricchissimo complesso di produzione culturale da cui possiamo, infine, trarre i principi dell’identità comune europea di fondo che si intuisce scorrendo l’intera storia dell’integrazione europea.

Un filo conduttore che, ahime!, si è interrotto nel corso del XIX secolo d.C., a causa delle rivoluzioni e trasformazioni senza precedenti avvenute, cui sono seguite le guerre mondiali del Novecento che han messo fine alla cultura europea tradizionale, per dare spazio a tendenze e imposizioni fortemente e visibilmente stridenti con la vita socio-economica comune agli Europei.

Per comprendere meglio questo articolo è utile consultare le Appendici al Libro prodotte dall’Autore, che trovi nel Catalogo, e le Cartine Storiche De Agostini allegate al saggio.

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Cultura europea

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L’integrazione dell’Europa nel Cristianesimo
Il lungo secolo della disintegrazione europea
Come nasce l’UE e cosa potrebbe diventare
Recuperare il patrimonio culturale europeo
Le rotte commerciali dell’Europa
Le anime dell’Europa Unita
Le radici (perdute) dell’Europa

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STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA IN 2500 ANNI

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