La storia dell’integrazione europea è connessa alle dinastie dei Sovrani di Scandinavia che dalla notte dei tempi regnavano nella regione che i Romani chiamavano Germania Magna, oltre il Limes settentrionale dell’Impero romano posto sul fiume Reno. Pur connesse in via parentale con le dinastie tedesche, franche e anglosassoni, che controllavano il Mare del Nord e il basso corso dell’Elba, rimasero estranee alla Famiglia Reges Christianorum originata dall’Impero carolingio fondato da Carlo Magno e all’ordine universale dell’Impero cristiano creato dai Carolingi. Poi, con l’avvento degli Imperatori del Reich, le casate dei sovrani di Scandinavia entrarono a far parte del sistema politico europeo e si vincolarono alle tradizionali auctoritas cristiane nel Medioevo, divenendo protagoniste all’epoca dell’Europa Unita rinascimentale inserite nel consesso delle principali genealogie europee.
Le prime notizie sui “leggendari” sovrani di Scandinavia riferiscono delle dinastie dei Yngling e dei Skjoldung, che secondo diversi poemi tradizionali norreni (“Saga dei Skjoldungar”, “Edda”, “Gesta Danorum”, “Saxo Grammaticus” di Snorri Sturlunson ) erano due figli di Odino re degli Dèi nordici, che venendo dalla Scizia avevano conquistato tutto il Nord Europa, l’area del Baltico e la Russia settentrionale: il primo sarebbe stato l’avo di tutte le tribù che popolavano la Pianura Germanica nei primi secoli della storia cristiana ed erano indicati dai Romani quali “Germani” (Ingevioni, Istevioni, Erminoni).
La dinastia regnante dei Yngling controllava la costa sul Mare Artico, dalla città di Narvik, e le rive settentrionali dello Skagerrak, il canale naturale che lega il Mare del Nord allo Jutland e separa i tre grandi stati scandinavi, sotto l’autorità di Gudord “detto il cacciatore” (inizi del IX secolo), nonno del primo re vincitore nella Battaglia di Hafrsfjord (872) che segnò l’unificazione e la nascita del Regno di Norvegia. Harald I “detto bellachioma” (soprannome nato da un pegno d’amore che lo aveva costretto a radersi e a tagliarsi i lunghi capelli) costrinse i suoi nemici a rifugiarsi in Islanda, nel nord della Scozia, in Irlanda e negli arcipelaghi delle Orkney, delle Shetland, delle Ebridi e di Far Oer, ove sorsero entità autonome dominate da dinastie normanne importanti per la storia dell’Europa Unita.
Dalle divisioni ereditarie dei sovrani di Scandinavia nacquero i feudi dei Conti di Lade, dei Conti di Mǿre e dei sovrani di Trondheim, mentre suo figlio Haakon I fu il primo Re di Norvegia a convertirsi al Cristianesimo, alla corte di Re Athelstan dell’East Anglia, cosicché suo fratello Erik I divenne anche Re della Northumbria, due regni della Eptarchia anglosassone costituita dagli invasori discendenti dal ceppo dei Ingevioni. Ma durò poco perché nel 1000 d.C. il regno norreno venne spartito fra gli Svedesi, i Danesi e i Conti di Lade, fino alla definitiva riunificazione sotto Sant’Olav che sottomise anche i Lapponi del Finnmark e raggiunse l’estensione territoriale dell’attuale stato di Norvegia. Egli diede continuità alla dinastia sposando Astrid, figlia di Olav III di Svezia della Casa dei Münso (vedi sotto) e sorellastra della moglie di Jaroslav I, capostipite dei Rurikidi che regnarono nei vari Principati dei Rus’.
Alla morte del sovrano, la Norvegia entrò a far parte del grande Impero cristiano di Canuto I “detto il grande” dei Gormidi, convertito e incoronato dal Papa a Roma, che resse nella sua persona i regni di Danimarca, di Norvegia e di Inghilterra fino al 1035. Dopodiché lo stato norreno tornò sotto la regnanza di altri rami cadetti discendenti da Harald I, fino alla definitiva estinzione del casato e l’annessione alla Svezia nel 1319 a formare un regno che includeva anche l’Islanda, la Groenlandia e la Finlandia.
Gli Skjoldung invece regnarono sui Dani sin dai primi secoli dell’era cristiana (dopo la migrazione dalla regione dello Skania), finché nell’VIII secolo comparve il mitico Ragnarr Lodbrock a condurre le orde dei Vichinghi nelle continue incursioni lungo le coste del Mar del Nord e del Canale della Manica, penetrando il continente attraverso i grandi fiumi (Senna, Reno, Rodano) con le loro formidabili navi-canoa (drakkar). Inarrestabili fino al punto che i suoi numerosi figli divennero sovrani di Scandinavia (dinastia dei Erikidi), di Inghilterra, di Northumbria, di York e di Dublino, mentre il nipote Rollo divenne Duca di Normandia e feudatario del Re di Francia, dopo la sconfitta contro l’esercito guidato da Roberto “detto il forte” e la conversione al Cristianesimo (922).
La dinastia danese proseguì col ramo dei Gormidi, che risalì sul trono danese nel 916 con Harthacnut (discendente direttamente dalla dinastia danese regnante in East Anglia prima dell’annessione al Regno di Wessex), seguito col figlio Gorm “detto il vecchio” e dal nipote Harald “detto dente azzurro”, il fondatore del Regno cristiano (960) che regnò per quasi cinquant’anni su un territorio che si estendeva dallo Jutland alle isole che affacciano sul Kettegard e alla Baia di Oslo. I discendenti ampliarono ulteriormente i confini del regno di Danimarca (che da allora rimase indipendente sino ai giorni nostri!) fino alla Svezia e all’Inghilterra, tanto da costituire un impero cristiano dei Dani (XI secolo) che non sopravvisse alla loro estinzione, quando l’ultima della stirpe, Estrid, sposò un re della Casa di Münso fondando la nuova dinastia regale dei Estididi. Essi regnarono fino a fine del XIV secolo, portando la Danimarca alla sua massima estensione, ad essere la potenza militare in grado di controllare i traffici marittimi nel Mar Baltico e verso i porti del Mar del Nord e di tutta Europa.
La nuova dinastia di sovrani di Scandinavia fu protagonista dell’integrazione europea anche attraverso vari matrimoni con le altre genealogie europee cristiane, anche della Polonia e della Boemia, nonché coi Principi rus’ e con le casate regali tedesche e del Portogallo. Così Valdemaro II “detto il conquistatore” annesse la Contea di Holstein e condusse la crociata contro i Vendi, sottomettendo gli Estoni nella battaglia di Tallin (1219) durante cui la leggenda vuole che dal cielo sia caduto un drappo rosso con la croce bianca, divenuta la bandiera della nazione (“Dannebrog”). I discendenti ottennero anche il Ducato dello Schleswig (nel 1332 venne unito per sempre all’Holstein) e controllavano la Pomerania Occidentale fino all’estinzione avvenuta con Margherita I, la quale sposando Haakon VI Re di Svezia e Norvegia dei Folkunga (originatasi da una figlia di Canuto IV “il santo” e di una donna di Casa Fiandre) diede vita alla cd. “Lega di Kalmar” (1397-1536).
I Folkunga fu l’ultima delle case di sovrani di Scandinavia dell’età medievale, seguita a quelle appartenenti alla Casa di Münso che iniziarono a regnare nel corso dell’VIII secolo col leggendario Randever Dal quale discesero gli Erikidi, saliti al trono nell’802 con Erik I, il primo sovrano svedese convertito al Cristianesimo ad opera dei frati missionari dell’Arcivescovado di Amburgo. La dinastia ebbe il suo apogeo in Erik “detto il vittorioso”, che unì nella sua persona la Svezia alla Danimarca sposando Sigrid “detta la superba” dei Piast, madre sia di Olav III che dell’imperatore Canuto di Danimarca. Dopodiché la casata si estinse passando lo scettro tramite l’ultima erede al nuovo re Stenkil I capostipite dell’omonima casata.
Questi tennero il regno fino al 1126, quando Re Inge II riuscì a riunificare le tribù degli Svioni e Geati sotto l’egida del Cristianesimo, istituendo il Vescovado autonomo di Uppsala col beneplacito di Papa Gregorio VII. Quindi il trono fu conteso per quasi un secolo dalle dinastie Sverker e Jedwaerding-Erikson, originate dall’unione con le ultime dei Stenkil, finché non venne assegnato a Valdemaro I dei Folkunga (1250). Con questa dinastia la Svezia assunse l’assetto politico-istituzionale “europeo” istituendo il Riksràd, il consiglio dei personaggi nobili ecclesiastici e laici che insieme affiancavano il re nel governo del paese. Inoltre, iniziò l’espansione territoriale e lo sviluppo della potenza economica alleata alla Lega di Hansa, divenuta egemone nel Mar Baltico e influente nella politica internazionale del tempo.
Il XIV secolo vide le concentrazioni dei regni medievali nelle mani di alcune famiglie: così decisero di entrare nella Lega di Kalmar, che finì nelle mani di Erik di Pomerania della casa ducale polacca dei Greifen, discendente per via materna dagli ultimi altri sovrani di Scandinavia (Estridsen, Folkunga, Yngling): egli sposò una figlia di Enrico IV Re d’Inghilterra dei Lancaster, da cui non ebbe figli per cui il titolo passò al nipote Cristoforo (un figlio dell’Imperatore Roberto I dei Wittelsbach-Palatinato), che anch’egli senza eredi lasciò il trono a Cristiano I dei Oldenburg (1448).
Le origini di questa casata sono oscure, sebbene una leggenda vuole che discendano dal mitico Lohengrin, figlio di Perceval Cavaliere della Tavola Rotonda, protagonista di un’opera lirica di R.Wagner. Questa famiglia comitale nella omonima città nel nord della Sassonia dal XII secolo, rimase alquanto anonima fino all’elezione al trono danese grazie ad una serie di matrimoni con le ultime discendenti delle dinastie regali della Casa di Münso. Dopo la lotta interna che nel XVI secolo portò la Danimarca nel fronte protestante e a fondare la Chiesa nazionale, i membri del ramo dei Duchi di Schleswig-Holstein regnarono fino alla metà del XIX secolo, quando si estinsero lasciando il trono al ramo cadetto dei Sonderburg-Beck, che divenne sovrano anche in Norvegia e in Grecia (fino alla rivolta dei colonnelli che instaurò la dittatura nel 1973): da quel ramo discendono in via maschile gli attuali sovrani del Regno Unito (Carlo III).
La Svezia tornò invece autonoma nel 1523 con Gustavo I dei Vasa: la nuova dinastia tenne il trono per oltre un secolo portando il paese al suo massimo sviluppo, in concorrenza sia con la Polonia-Lituania che con la Russia, e partecipando attivamente alle “guerre di religione” nel fronte protestante. L’impresa fu tentata da Re Gustavo II Adolfo che cercò di liberare gli stati del Reich dall’egemonia del “fronte cattolico”, ma trovò la morte sul campo di battaglia lasciando così il trono alla figlia Cristina, l’ultima della dinastia che non avendo figli abdicò nel 1654 in favore del nipote Carlo X Adolfo dei Wittelsbach-Zweinbrucken-Klebburg. Il quale riprese il conflitto contro gli stati confinanti alleatisi nella Lega di Danzica, riuscendo ad occupare vastissimi territori (divenne celebre per essere una grande camminatore) in Polonia e Ucraina e in Norvegia, cui seguirono i successi militari del nipote Carlo XII, che però cadde in battaglia mettendo fine alle ambizioni della Svezia e della dinastia che con lui si estinse.
Nel 1751 il Regno di Svezia divenne appannaggio della dinastia dei Holstein-Gottorp, un ramo degli Oldenburg che tenne il trono fino all’estinzione avvenuta nel 1818, al termine dell’epoca napoleonica quando lo scettro passò alla famiglia dei Bernadotte (attualmente regnante) nata da un maresciallo di Napoleone I adottato dall’ultimo sovrano di Scandinavia col nome di Giovanni Carlo XIV. Dal ramo principale discese anche la dinastia che succedette i Romanov e imperò in Russia dal 1762 fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando venne sterminata dai sovietici ad Ekaterinenburg (anche se esistono molte leggende su alcuni sopravvissuti…).
Leggi questo saggio sulla Casa dei Oldenburg.
Tutto l’argomento delle “dinastie divine” e delle discendenze è trattato in modo più approfondito nella Parte IV del Libro. Per farsi un’idea più completa degli schemi genealogici e dei rapporti fra le casate e i regni/paesi europei vi invito a visionare le Appendici: un supporto utile a capire la storia dell’integrazione europei e le origini e radici dei popoli e degli Europei. Potrete aiutarvi anche consultando le Cartine storiche originali De Agostini allegate al fondo del libro. Approfondire l’argomento e l’intera materia consultando il Catalogo.
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