L’Europa Unita (che è sempre stato il sogno da realizzare nella storia dell’integrazione europea) poggia le sue radici sulle Aeternitas, concetti giuridici espressi per la prima volta nel Codex dell’imperatore romano Giustiniano I e raccolti dall’antichissima tradizionale culturale greco-orientale (cd. “ellenismo”) di cui lo stesso Impero Romano fu erede.
Ma cosa significa Aeternitas? Secondo il Vocabolario della lingua italiana Treccani ha a che fare con la durata eterna delle cose nell’assoluta infinita estensione del tempo, che non ha avuto un inizio e non avrà termine. Richiama quindi la figura del Aiòn della cosmogonia greca classica personificazione del tempo eterno, ciclico, senza limiti, cui corrisponde la divinità greca Kronos ovverosia il “signore della luce”. Visione cui si associavano i simboli dello scettro, del globo e della cornucopia, nel tempo divenuti attributi dell’Imperium di Roma (la divinità dello Stato) il cui potere eterno venne trasferito dapprima all’Impero cristiano di Costantino I e in seguito all’Impero bizantino che ne proseguì la storia terrena fino al XV secolo d.C..
Certamente è un concetto presente nella Mitologia più antica, sinonimo di infinito o dell’immortalità che è propria degli Dèi, di cui si trova traccia già nella civiltà sumera, quindi in quella egizia e infine nella Grecia del V secolo d.C., sempre con la medesima definizione:
“Io sono colei che è, che è sempre stata, che sarà e nessun uomo ha mai sollevato il mio velo.”
L’arcano soggiacente in questa sentenza impone sia l’impossibilità per gli esseri umani di conoscere la Natura delle cose “visibili”, sia lo sprone alla ricerca della Verità nascosta dietro al velo che ricopriva la Dea Aeterna.
Ella divenne il culto essenziale di Roma (non a caso detta “urbis aeterna“) che gli Dèi avevano scelto come capitale del mondo conosciuto (“caput mundi“), che Alessandro chiamava Oykumene, associata alla Dea Roma cui furono eretti diversi templi nell’Impero romano, a cominciare da quello maestoso che ancora oggi fronteggia il Colosseo, e dedicate numerose monete auree del conio imperiale nel corso dei secoli dagli imperatori Vespasiano, Adriano, Marco Aurelio, fino ad Aureliano e Diocleziano.
In alcune rappresentazioni appare come donna velata sotto un circolo di stelle oppure reggente una fiaccola, simbolo della vita che si rinnova nello scorrere del tempo, attraverso le ere che costituiscono l’eternità senza inizio e senza fine, mentre il globo e lo scettro stabiliscono la sua reggenza inequivocabile sul mondo terreno e la cornucopia invece indica la sua generosa e costante fonte di nutrimento per gli esseri viventi, cui ella può apparire in forma velata, magari per “svelare” ad alcuni di loro piccoli misteri cosmici.
Come detto, fu Giustiniano I a recuperare la giurisprudenza e le leggi prodotte sin dai tempi della Res Publica Romana e a codificarle nel Corpus Juris, che nei secoli a venire divenne la base culturale dello Ius Communis europeum e anche dei diritti statuali dei vari regni sorti nel corso della storia dell’integrazione europea fino ai giorni nostri. Fra i concetti raccolti e commentati vi erano appunto le Aeternitas, che nel mio saggio sono citate e approfondite in relazione alle vicende storiche, politiche, religiose e culturali del continente come ad esempio la ResPublica, l’Imperium, la Civitas o la Universitas. Ne ho parlato anche alla presentazione al Salone internazionale del libro di Milano nel 2021.
La ResPublica istituita a Roma nel 509 a.C. dalle Gens patrizie, che avevano fondato la città insieme a Romolo e ne ressero il destino fino all’avvento della Gens Julia, era considerata l’insieme delle “proprietà pubbliche” appartenenti al Populus Romanum e amministrate dal Senatus attraverso i vari Magistrati eletti annualmente a cui conferiva un incarico con mandato specifico e revocabile (quindi, nulla di eterno…). Solo l’Imperator ricevette il carattere di eternità (sebbene fosse elettivo), in quanto reggente il cosmo terreno per conto degli Dèi e sostenuto dalla Dea Roma (infatti era sempre rappresentato con lo scettro e il globo nelle sue mani).
In realtà, assunse l’eternità associata all’Imperium (“semper est“), ossia l’estensione territoriale del dominio di Roma nel mondo, delimitato dai Limes naturali (corsi dei fiumi Reno e Danubio, deserti del Sahara e arabico, Oceano Atlantico) o concordati con le potenze confinanti (soprattutto a Oriente) o ancora stabiliti sul Vallo britannico. L’Impero rimase eterno nel corso dei secoli, attraverso Bisanzio e i Carolingi e ancora col Reich e lo Zarato russo, delineando una delle forze fondative della storia dell’integrazione europea. Se sorse eterno per definizione, l’Impero cristiano che si affermò a partire dal IV secolo d.C. fu concepito eterno perché essenziale a combattere la lotta eterna contro l’Anticristo.
Proprio durante l’età cristiana della storia europea l’Universitas divenne fondamentale ed eterna, secondo il pensiero di Dante, sì da far incontrare il corpus politico e morale degli uomini (nella dimensione temporale) con quello mistico della Ecclesia Christiana (spirituale e superiore): emerse come luoghi di cultura, di istruzione e di cura animorum, esse permettevano l’incontro degli antichi Studia humanitatis con le discipline che nell’intero Medioevo avevano garantito la trasmissione culturale greco-romana e cristiana su cui si formò l’intera Europa. Ancora oggi, gli atenei più famosi sono quelli istituiti quali Schole Cathedrali nelle principali capitali europee a partire dal XII secolo d.C., ed in seguito con la qualifica di “pubblica” in altre importanti sedi politiche o economiche del continente.
Infine, come non citare la Civitas che nel mondo romano rappresentava il nucleo principale della vita comune, già nota ai Greci nella forma della Polys e ritornata centrale nel Basso Medioevo come Comune o Città, attorno a cui andò organizzandosi la società civile, economica e politica più liberale, orientata all’autonomia locale e alla elettività dei suoi amministratori. Concetti che ancora oggi sono fondativi dei numerosi Enti territoriali che costituiscono gli stati membri dell’UE, soggetti protagonisti della gran parte dell’attività politica-amministrativa statuale e dell’UE stessa, in virtù del principio di sussidiarietà.
Come cerco di spiegare nel mio saggio, il futuro dell’Europa non potrà prescindere dalle Aeternitas perché su di esse ha sempre affondato le proprie radici culturali.
Per comprendere meglio questo articolo è utile consultare le Appendici al Libro prodotte dall’Autore, che trovi nel Catalogo, e le Cartine Storiche De Agostini allegate al saggio.
Per approfondire il tema trattato
Aeternitas
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I miti dell’Europa moderna
Le radici (perdute) dell’Europa
L’Impero europeo
L’Europa unita sotto l’azione dell’Imperium
Come nasce l’UE e cosa potrebbe diventare
L’integrazione dei barbari nell’Impero
L’integrazione europea nell’Impero cristiano
La storia dell’integrazione europea è iniziata con Alessandro
L’eredità di Alessandro Magno sull’Europa (Opinioni altrui)
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Per conoscere il libro
STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA IN 2500 ANNI