LE DINASTIE IMPERIALI ROMANE DELLA STORIA DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

imperatori romani

La storia dell’integrazione europea è connessa alle dinastie degli imperatori romani che a partire dal I secolo d.C. guidarono l’Impero romano all’interno del Limes posto lungo il corso dei fiumi Reno e Danubio. Legate in via parentale fra loro o con le Gens più antiche della Res Publica Romana, iniziarono la tradizione di genealogie europee seguita con la Famiglia Reges Christianorum nata con l’Impero carolingio fondato da Carlo Magno e con gli Imperatori del Reich, quindi con gli Zar di Russia e le dinastie “divine” regnanti nel sistema politico europeo sin dal Basso Medioevo ispirato dalle auctoritas universali cristiane e protagoniste dell’Europa Unita fino all’età moderna.

La prima dinastia imperiale fu quella della Gens Julia, iniziata da Ottaviano “detto Augusto” e terminata con Nerone nel 68 d.C.. L’importanza di questa casata sta nell’aver trasformato l’antica Urbs di Roma nella capitale di un impero che includeva tutti gli antichi popoli mediterranei sotto la lex romana e l’auctoritas imperatoris, che da quel momento divenne il fulcro ed il motore dell’integrazione europea fino ai giorni nostri. L’origine della famiglia è mitica, perché raccontata da Virgilio nel poema Eneide: un membro della dinastia regnante di Troia, in fuga dalla distruzione della città ad opera degli Achei (la Guerra di Troia raccontata nell’Iliade di Omero), era stato concepito dalla dea Afrodite-Venere e approdato sulle coste laziali si inserì nella comunità locale latina dando vita a due rami con due mogli diverse, da una delle quali discese appunto una delle gens che fondarono la “città eterna” e poi la Repubblica nel 509 a.C..

Il primo membro illustre della casata fu Caio Cesare, il protagonista dell’epoca di guerre civili del I secolo a.C. che portarono Roma al regime del Consulus vitae, che però la “parte” dei ricchi aristocratici rappresentata dagli Optimates assassinò nella Curia (alle Idi di Marzo, 44 a.C.) per liberarsi del dittatore-eroe copertosi di gloria per aver annesso le Gallie e sconfitto tutti i rivali politici. La sua eredità, di Pater Familia economica e politica, passò a un nipote di sua sorella, Ottaviano “Augustus, che una volta eliminati tutti gli avversari politici operò la riforma giuridica dello stato nota come Principato.

Dopo aver governato per oltre quarant’anni, lasciò il potere al suo figliastro Tiberio, appartenente ad un’altra famiglia mitica, la Gens Claudia, le cui origini risalgono all’età antica dei Ramnes, Tities e Luceres, ossia le tribù etniche di Latini, Sabini ed Etruschi che si unirono nel Foedus originario della città di Roma fondata dal primo rex, Romolo (735 a.C.): quello fu il primo atto della lunga tradizione del Diritto romano, ereditato nei secoli dagli stati europei fino ai giorni nostri. Il nuovo Princeps venne adottato e ricevette la nomina a suo successore solo dopo aver sposato la figlia di Augusto, dalla quale discesero in via femminile tutti gli altri imperatori della dinastia Giulio-Claudia: Caligola, figlio di Germanico (un nipote diretto di Augusto), che fu ucciso dai Pretoriani per ordine del Senatus a causa delle sue mire autoritarie; Claudio, fratello di Germanico, che proseguì la politica di Augusto nel costruire la burocrazia statale; infine Nerone, suo figlio adottivo, divenuto celebre per l’incendio di Roma di cui incolpò i Cristiani, che fu il motivo della prima persecuzione della Storia.

Anch’egli venne ucciso per le trame di Palatium, sostituito da tre imperatori militari in pochi mesi che si eliminarono a vicenda lasciando il posto a Vespasiano, un vecchio generale appartenente alla Gens Flavia. Famiglia anch’essa mitica con antiche origini plebee sabine (secondo il Mito, era discendente dell’eroe greco Eracle/Ercole) che, dopo una lunga militanza legionaria, fu elevata al rango senatorio nel I secolo a.C., giungendo alla fama quando il nuovo imperatore e suo fratello guidarono la campagna di conquista della Britannia: divenuto poi comandante delle legioni in Palestina (lo acclamarono Imperator e lo scortarono a Roma per l’incoronazione), lasciò il compito di debellare gli Ebrei al figlio Tito, suo successore al trono, al quale seguì il fratello Domiziano, finito anch’egli assassinato per volontà dell’antico potere senatoriale.

Venne quindi il momento della dinastia “adottiva” degli Antonini: iniziata con Nerva, eletto Imperator nel 96 d.C. dai colleghi senatori; gli successe per adozione Traiano, un generale membro della Gens Ulpia salita al rango imperiale in età augustea e originaria dalla colonia ispanica di Italica (Betica), commemorato da una colonna nel cuore di Roma per la conquista della Dacia; seguì Adriano, un pronipote del precedente, membro della Gens Elia, anch’essa originaria di Italica, che completò la trasformazione dell’antica Repubblica in senso universale, burocratico e di diritto, cui si deve la riedificazione della città di Gerusalemme e l’erezione dell’omonimo Vallo che pose il limes della Britannia nell’attuale Scozia; Egli adottò come successore Antonino “detto il pio”, membro dell’illustre Gens Aurelia di origini plebee ma ammessa in Senato dal I secolo d.C., il quale proseguì l’opera di potenziamento di Roma nel “secolo d’oro”, divenendo un’eccezionale potenza economica oltreché militare; alla sua morte adottò Marco Aurelio, nipote e genero discendente in via femminile da Traiano, assieme a suo genero Lucio Vero, figlio dell’altro erede adottato da Adriano: costoro co-ressero l’Impero fronteggiando i primi assalti dei Barbari germanici, poi solo Marco Aurelio (morto a Vienna durante una campagna nel Noricum) famoso per la sua cultura stoica; egli lasciò il bastone del comando al figlio Commodo (180), che fu consegnato alla Storia come un imperatore “gladiatore” inviso al Popolus e ai senatori; che difatti lo fecero assassinare per sostituirlo con Pertinace, un militare di lungo corso di umili origini che si fece gloria respingendo le invasioni barbariche dalla Pianura Sarmatica, anch’egli eliminato pochi mesi dopo per una congiura del Senato.

Dalla confusione che ne seguì, emerse un nuovo Imperator proclamato delle legioni orientali, Settimio Severo: fu il capostipite della dinastia dei Severi, famiglia proconsolare di Leptis Magna discendente dall’antica Gens Acilia plebea e in via femminile dalla Gens Fulvia, originaria di Tusculum e secondo la leggenda legata ad Ercole. Egli attuò il diritto dinastico e nominò suoi eredi i figli Geta e Caracalla: quest’ultimo, dopo aver fatto uccidere il fratello, concesse la Cittadinanza universale nel 212 e regnò con l’appoggio dell’esercito, finché non fu assassinato a sua volta. Poco dopo subentrò Eliogabalo, discendente dal sacerdote del Dio Sol di Emesa le cui figlie/nipoti erano conosciute come “Donne Giulia” ed ebbero in mano il destino dell’Impero per decenni: una era moglie di Settimio e madre dei suoi figli, mentre la sorella fu nonna del nuovo imperatore e successore Alessandro. Entrambi gli ultimi della dinastia furono influenzati dalle donne di casa ed eliminati dai Pretoriani.

Seguì un lungo periodo di conflitti fra fazioni di militari (“anarchia”), che vide opposti imperatori “italiani” (legati alla Gens Aurelia, come i Cari e i Gordiani, oppure alla Gens Flavia, come Claudio II e suo fratello Quintillo, nonché Deci e Vibi) ad altri “illirici”: i primi erano più favorevoli al Cristianesimo, gli altri adepti del culto mitraico e quindi legati alla cultura greca-orientale. Fu l’epoca che segnò il passaggio al Dominato, un regime autarchico di matrice militarista imposto da Diocleziano nel 285 assumendo il potere assoluto per ripristinare l’ordine universale: elevato a demiurgo rappresentante di Dio in Terra, secondo il modello regale mediorientale (Dominus et Deus) collegato al culto solare mitraico-orientale, diffusosi dall’antico Egitto all’Impero persiano e fino ai Diadochi eredi dell’Impero di Alessandro Magno, egli divise l’Imperium in due parti, quella latina-occidentale con capitale a Milano, affidata al fedele vice-comandante delle legioni Massimiano, l’altra con capitale a Nicea tenuta dal Novus Augustus.

Frazionato ulteriormente l’Impero in Dioecesis, che raccoglievano le antiche Provinciae create da Augusto, istituì la Tetrarchia dove i successori (Caesar) erano designati in anticipo e affiancati al potere governando frazioni dell’Impero (Cesaree): fu un modello mantenuto per secoli anche dal successivo Impero bizantino e utilizzato per affiliare i nuovi imperi europei germanico (Reich) e russo (Zarato) emersi nel Medioevo. I due Augusti erano originari dalla provincia Illyricum: uno veniva da Salona, ex-colonia imperiale fondata in un centro molto più antico noto già ai Greci, l’altro da Sirmio, antica città divenuta capitale della Diocesi Dacia e poi della Pars Oriensis. Entrambi portavano il patronimico Aurelio Valerio lasciando intendere un qualche legame con le antiche Gens romane senatorie, portato anche da tutti gli altri imperatori dell’età tetrarchica, i quali si trasmisero il potere tramite matrimonio con le figlie dei reggenti. Prassi che segnerà tutta la storia dell’Europa Unita e delle genealogie europee fino al XX secolo!

Fra costoro emerse infine Costantino I, figlio unico di Flavio Valerio Costanzo I “Cloro”, imperatore d’Occidente e capostipite della dinastia Costantini, e della prima moglie Santa (Flavia Giulia) Elena, sulle cui origini ci sono varie versioni: una delle quali la vuole figlia dell’ultimo Dux Britannoricum, titolo che infatti passò a Costanzo I e da questi all’Imperator “usurpatore” acclamato nel 306 dalle legioni stanziali nelle Britannie e nelle Germanie in opposizione al legittimo Augustus in Pars Occidens Flavio Severo. Il quale venne spodestato da Massenzio, figlio di Massimiano e genero del predecessore Galerio, che finì sconfitto e ucciso da Costantino I nella Battaglia del Ponte Milvio (312). La vittoria che gli valse il potere unico in Occidente, seppure condiviso col cognato Licinio, col quale sottoscrisse l’Editto di Milano che sancì il Cristianesimo a religio licita e pose fine alle persecuzioni.

Anni dopo i due Augusti si scontrarono e Costantino I prevalse, riunificando l’Imperium (324) che riformò assegnando le Diocesi al potere dei Vescovi, magistrati civili di antica tradizione greca nonché capi delle comunità cristiane, che si riunivano nei Concilia presieduti dal Pontifex Maximus, ossia l’Imperatore medesimo, per deliberare in materia politica e di culto. Il suo atto politico più importante fu lo spostamento della capitale imperiale a Costantinopoli (l’antica città greca Byzantium ribattezzata in suo onore), dove riprodusse gli edifici e le istituzioni dell’antica Urbs e instaurò un regime autocratico “divino” in ossequi al Dio Sol Invictus e all’antica tradizione orientale. La “nuova Roma” era posta in posizione strategica sulle rotte commerciali verso l’Asia e il Medio Oriente.

Alla morte di Costantino I (337) avvenne lo sterminio dei Costantini discendenti dalla seconda moglie di Cloro (nonché figlia di Massimiano), fatti salvi i generi del capo morente, uno dei quali divenne imperatore col nome Giuliano “detto l’apostata” per il suo tentativo di ripristinare la religione pagana. I figli di Costantino ereditarono l’Impero insieme, ma entrarono subito in competizione: sopravvisse Costanzo II, la cui figlia trasferì il titolo sposando il futuro Imperatore d’Occidente Graziano, che condivise il potere col fratello Valentiniano II fino alla morte (383). Entrambi erano figli dell’Imperatore Flavio Valentiniano I, che divise il potere col fratello Valente caduto nella Battaglia di Adrianopoli contro gli Ostrogoti (378), dove emerse il successivo imperatore Teodosio I sposato alla sorellastra di Graziano e il capostipite della nuova dinastia imperiale.

I Teodosiani discendevano da un generale Magister originario anch’egli di Italica divenuto il Comes Britannoricum alla fine del IV secolo, per fronteggiare le invasioni dei popoli anglosassoni. Suo figlio fu scelto quale nuovo Augustus in Oriensis dopo la disfatta di Adrianopoli e divenne Imperatore unico alla morte del cognato Valentiniano II (392). A lui si deve la riforma teocratica dell’Imperium, sancendo il Cristianesimo quale unica religione, che divenne l’Impero cristiano perdurato fino al 1919! Inoltre, lo divise definitivamente in due parti affidandole ai figli avuti dalla prima moglie, ad Onorio la Pars Occidens e ad Arcadio la Pars Oriensis (395): il primo pose la capitale a Ravenna ma non ebbe eredi dalle figlie del generale gotico e Patricious, Stilicone, che poi fece giustiziare temendone il troppo potere, provocando così l’ammutinamento delle legioni romane che favorirono l’invasione dei Visigoti ed il Sacco di Roma di Alarico nel 410; l’altro continuò la dinastia in Oriente, che divenne la prima del futuro Impero bizantino.

Ad Onorio seguì la sorellastra Galla Placidia, nipote diretta di Valentiniano I e madre di Valentiniano III, che resse l’Impero fino alla morte (455) lasciandolo a Petronio Massimo sposato alla sua vedova, nonché figlia di Teodosio II Imperatore d’Oriente. La figlia primogenita di Valentiniano fu costretta a sposare Unerico Rex dei Vandali, che avevano occupato l’Africa e le isole mediterranee e da lì controllavano l’Impero, da cui ebbe Ilderico Rex dei Vandali-Alani fino alla morte, avvenuta a causa della fede ariana. La seconda figlia dell’Imperatrice-vedova sposò l’Imperator Olibrio (che era membro della Gens Anicia come Petronio), uno degli ultimi che si alternarono al potere a Roma, eletti dalla casta clericale della Chiesa romana fino alla definitiva estinzione dell’Impero d’Occidente nel 476.

Da quel momento la storia dell’integrazione europea procedette mediante le vicende degli imperatori bizantini e delle dinastie germaniche dei Regni romano-barbarici, nel segno della cristianizzazione dell’Europa e delle nuove genealogie europee che governarono l’Europa a partire dal Basso Medioevo.

 

Sugli Imperatori romani consiglio di leggere questo interessante saggio storico.

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