L’EUROPA CRISTIANA E’ UNITA?

Europa cristiana

L’Europa cristiana si risveglia a causa della guerra in Ucraina, nella prospettiva di un possibile conflitto diretto con la Federazione Russa ormai è sempre più prioritario nell’Agenda dell’UE. Una situazione senza precedenti nella storia dell’integrazione europea, che occupa stabilmente da un anno l’agenda politica internazionale e riguarda direttamente il futuro dell’Europa e pertanto il progetto di Europa Unita.

L’attuale Pontefice è più volte intervenuto nei suoi discorsi e durante la preghiera all’Angelus, recitata dal balcone della Basilica di San Pietro, cui assistono migliaia di fedeli ogni domenica mattina: una liturgia dedicata alla Madonna madre di Gesù “detto il Cristo”, che è una figura religiosa centrale per l’intera cristianità ed in modo particolare per gli ortodossi russi. Infatti, la Madonna di Kazan è un’icona molto venerata in Russia, sin dai tempi dello zar Ivan IV, dato che è un’opera medievale riapparsa miracolosamente durante un incendio che colpì la cittadina russa grazie al sogno di una bambina.

Evento che richiama alla memoria un altro episodio in cui Santa Maria madre di Dio apparve ad una bimba fedelissima, Suor Lucia di Fatima che ne raccolse le profezie nel 1917 mentre l’Europa era incendiata dalla Prima Guerra Mondiale e l’Impero russo veniva travolto dalla Rivoluzione dei Soviets, che infine impose l’U.R.S.S., divenuto decenni dopo il principale nemico dell’Europa occidentale che si avviava al processo d’integrazione europea. In una delle profezie, la Madonna raccomandò di consacrare al suo cuore immacolato proprio la Russia, poiché l’avvento del Comunismo in quel paese rappresentava un pericolo pari a quello che era stata la Rivoluzione Francese del 1789 d.C..

Oggi quelle profezie sono custodite dal Vaticano, in parte giò svelate ai fedeli e al mondo intero, in parte ancora no, ed è presumibile immaginare che riguardino proprio il conflitto in corso in Ucraina, o quello ancora più drammatico che ne scaturirebbe se fosse coinvolta la NATO, soprattutto per le conseguenze che ne verrebbero per l’Europa cristiana.

Che si creda o meno a tali fatti, è innegabile che l’intera storia dell’integrazione europea è legata al Cristianesimo e che ancora oggi l’aspetto religioso ha un’influenza non indifferente nelle relazioni politico-diplomatiche fra gli stati europei e, in particolare, con la Chiesa di Roma. Sia perché la civiltà europea è consistentemente figlia e prodotto della diffusione del Cristianesimo in Europa (Russia inclusa), intrisa dei valori cristiani della solidarietà e dell’amore per il prossimo, sia perché la formazione dell’Europa cristiana è un processo durato duemila anni e tuttora in corso.

La stessa nascita dell’Unione Europea va collocata nel solco della tradizione politica ispirata al Cristianesimo in Europa: infatti, l’atto di costituzione del nucleo fondativo del Mercato comune europeo (CEE) e delle altre istituzioni comuni tuttora viventi fu possibile grazie all’ostinata e determinata azione di leader politici e capi di stato appartenenti alla compagine politica cattolica, che ha sempre mantenuto un canale diretto di dialogo e di confronto con lo Stato del Vaticano. Non è un mistero che oggi i paesi più cattolici in Europa siano l’Italia, la Spagna e la Polonia, ma in generale tutti i paesi della sfera orientale entrati nell’UE dopo essersi liberati dal giogo sovietico (un regime ateo e anticlericale), appena trent’anni fa anche grazie alla forza politica espressa dall’allora Papa Giovanni Paolo II.

Così come è notorio da sempre a chiunque nel mondo che il continente in cui si trova la maggior parte dei Cristiani è proprio l’Europa, considerando le tre grandi comunità in cui sono divisi, ossia quella cattolica, quella protestante e quella ortodossa. Una divisione che è eredità diretta della storia dell’integrazione europea e, a mio avviso, oggi motivo principale della mancata Europa Unita. Per il fatto che la storia politica dell’integrazione europea, iniziata nel V secolo a.C. in Grecia e proseguita attraverso l’epopea alessandrina e la successiva evoluzione dell’Imperium Romanum, ha subito drastiche svolte proprio in occasione dei grandi scismi che hanno frazionato l’Ecclesia Christiana al tempo e che ancora la dividono oggi.

La storia e politica dell’integrazione europea sono indubitabilmente connesse al Cristianesimo e alla sua diffusione in tutte le latitudini del “vecchio continente” per opera principalmente dell’Impero cristiano fondato da Costantino I nel IV secolo d.C., ereditato nel corso dei secoli dall’Impero bizantino, trasformatosi in Impero carolingio, poi in Reich tedesco e infine nell’Impero austro-ungarico, e dallo Zarato russo a partire dal XVI secolo d.C. proprio con Ivan IV dei Rurikidi, divenuto il nuovo leader dell’Europa ortodossa che, ancora oggi, si estende dalla Russia all’area balcanica.

Ma anche i nuovi regni dell’Europa cristiana, sorti alla fine del V secolo d.C. in Occidente sulle macerie dell’Impero romano, e nell’area scandinava per opera della cristianizzazione operata nei secoli successivi, hanno sempre mantenuto un’impronta giuridica, politica e culturale direttamente impressa dalle radici cristiane del continente. Persino nell’età moderna e contemporanea, quando il movimento illuminista e l’anticlericalismo portarono l’Europa ad una sequenza ininterrotta di conflitti fra fratelli, conclusasi con le due guerre mondiali del XX secolo d.C., lo spirito cristiano è sopravvissuto e si è rinnovato nei neonati stati repubblicani che oggi compongono lo spazio comune europeo.

Tanto che è lecito chiedersi: da cosa nasce l’idea di Europa Unita? Quali sono i valori che la civiltà europea ha ereditato dal Cristianesimo? Perché si è promosso il processo di integrazione europea?

Tutti ricorderanno lo scalpore della decisione presa, al termine di un infuocato dibattito politico-culturale che coinvolse addirittura il Papa dell’epoca, di non inserire le radici cristiane nella Costituzione europea redatta nel 2004 d.C. da una Convenzione che includeva politici di ogni estrazione scelti fra gli stati membri dell’UE. Decisione evidentemente nata sotto un cattiva stella, dato che quel progetto venne abortito poco dopo dai referendum popolari tenuti in Francia e nei Paesi Bassi (il primo era erede dell’antichissima tradizione dei “cristianissimi” sovrani della dinastia Capetingi, il secondo emerso al termine di una guerra d’indipendenza che si connotava però per la lotta religiosa condotta dai suoi leader protestanti contro le supreme istituzioni cattoliche nel XVI secolo d.C.).

Sarà frutto di una suggestione, ma l’idea che l’Europa Unita oggi non possa assurgere a una potenza militare né politica proprio a causa delle divisioni religiose interne, originatesi secoli fa e mai sopite nonostante molti atti di riconciliazione avvenuti con i diversi trattati di pace dell’età moderna e, in tempi recenti, coi Trattati UE, rimane latente e inconfutata. E’ plausibile che lo spirito della Res Publica Christiana non sia ancora morto e potrebbe alitare un movimento dei Cristiani uniti per l’Europa, con lo scopo di riportare la pace definitiva sul continente e stabilire in modo stabile buone relazioni col vicino russo e con le altre potenze geopolitiche/globali.

L’Europa odierna è lacerata e oppressa dalla decisione di appoggiare l’Ucraina nel conflitto in corso e se darvi seguito coinvolgendo la NATO, in assenza di una Difesa Comune autonoma: ma qualcuno si è chiesto Cristo cosa ne pensa? Starebbe con quelli che hanno martoriato per anni i propri fratelli solo perché di etnia diversa? O con quelli che in nome del nazionalismo sono intervenuti per difenderli, contro l’opinione della grande maggioranza della comunità cristiana e internazionale? O forse sosterrebbe coloro che in nome della pace riforniscono una parte belligerante di armi e risorse militari? O magari starebbe al fianco di chi semplicemente se ne disinteressa, limitandosi a guardare il proprio orticello? Certamente è un’opinione che ha il suo peso…

Fra pochi giorni sarà Natale, la festa principale di chi si dice Cristiano: oltre a recarsi in chiesa per pregare il Cristo o la sua santa madre terrena, sarebbe importante riscoprire la fonte della propria fede e assumere consapevolmente una decisione interiore al riguardo.

 

Per comprendere meglio questo articolo è utile consultare le Appendici al Libro prodotte dall’Autore, che trovi nel Catalogo, e le Cartine Storiche De Agostini allegate al saggio.

 

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