La storia dell’integrazione europea è connessa alle dinastie degli imperatori romani che a partire dal I secolo d.C. guidarono l’Impero romano all’interno del Limes posto lungo il corso dei fiumi Reno e Danubio. Legate in via parentale fra loro o con le Gens più antiche della Res Publica Romana, iniziarono la tradizione di genealogie europee seguita con la Famiglia Reges Christianorum nata con l’Impero carolingio fondato da Carlo Magno e con gli Imperatori del Reich, quindi con gli Zar di Russia e le dinastie “divine” regnanti nel sistema politico europeo sin dal Basso Medioevo ispirato dalle auctoritas universali cristiane e protagoniste dell’Europa Unita fino all’età moderna. Continue reading
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CON OTTONE I L’INTEGRAZIONE EUROPEA RINASCE
La storia dell’integrazione europea ha visto con Ottone I “detto il grande” la rinascita nel segno della tradizione classica e dell’evoluzione della civiltà cristiana, con effetti diretti sull’epopea degli Europei e la politica internazionale del tempo e nei secoli a venire.
Prima del suo avvento, l’Europa era un puzzle di regni e grandi feudi potenti, retti da nobili famiglie o da uomini che si erano elevati per il loro valore o fedeltà al Signore, mentre l’Impero carolingio stava tramontando insieme all’omonima dinastia. Dopo di lui, si poté tornare a pensare all’Europa Unita e considerarla una potenza economica. Salito sul trono della Germania a 24 anni, regnò per quasi quarant’anni con piglio da autocrate e contro tutti, ma riuscì a vincere tutti i nemici e le avversità e a rinnovare l’antico Impero romano cristiano (Renovatio Imperii). Continue reading
LA DISINTEGRAZIONE DELLA CHIESA CRISTIANA
Nei precedenti articoli, abbiamo compreso come la storia dell’integrazione europea sia indissolubilmente legata alla storia del Cristianesimo. Che è anche storia della Chiesa Cattolica, per assurdo divenuta il principale elemento della disintegrazione della Ecclesia christiana! Vediamo come.
Dopo le liti col Basileus di Costantinopoli in merito alla titolarità delle potestas cristiane, di cui il Vescovo romano si arrogò quella in spiritualibus in Pars Occidens (fine V secolo d.C.), si prevenne allo scontro dogmatico in merito alla questione dell’iconoclastia [726 – 843]: secondo la concezione orientale del sacro, adottata anche da musulmani ed ebraici, le divinità non potevano essere rappresentate nelle immagini, differentemente da quel che invece praticava la Chiesa romana con la figura di Cristo. Continue reading